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La politica agricola comune (PAC) dell’Unione europea

Da sessant’anni la politica agricola comune (PAC) dell’Unione europea è il filo che unisce agricoltura e società, dimensione locale e dimensione europea affinché la produttività agricola migliori e i prezzi dei prodotti agricoli restino stabili e accessibili a tutti.

I fondi che l’Unione europea stanzia nell’ambito della PAC hanno quindi una doppia finalità e per centrare gli obiettivi prefissati è necessario affrontare sfide sempre più cruciali:

  • la preservazione delle zone e dei paesaggi rurali in tutti i territori dell’UE
  • la lotta ai cambiamenti climatici per assicurare raccolti sostenibili e di qualità
  • la promozione dell’occupazione nel settore agricolo
  • il sostegno all’industria agroalimentare.

L’importanza della PAC si evince anche solo da uno sguardo alla portata economica delle risorse: se nella programmazione 2014-2020 è stata pari a 373 miliardi di euro, nel nuovo periodo di programmazione 2021-2027 si registra un aumento del budget pluriennale di oltre 10 miliardi di euro per un totale di 387 miliardi di euro. Le ragioni alla base di un sostegno così importante al settore agricolo sono dovute alle caratteristiche del comparto rispetto a quello industriale o terziario: basti pensare alla forte dipendenza dal clima e dalle condizioni metereologiche dei risultati annuali sia in termini di produzione agricola che economici, che a loro volta  si riflettono sul reddito medio degli agricoltori europei (inferiore di circa il 40% del reddito degli occupati in altri settori economici).  Queste caratteristiche giustificano le maggiori attenzioni e il sostegno pubblico da parte delle istituzioni e delle politiche europee e nazionali al settore agricolo.

Il sostegno fornito dalla PAC agli operatori del comparto agricoltura si concretizza attraverso due pilastri e tre linee di intervento finanziario:

  • il sostegno al reddito (primo pilastro), ovvero pagamenti diretti agli agricoltori che garantiscono la stabilità dei redditi e ricompensano gli sforzi degli stessi operatori per un’agricoltura rispettosa dell’ambiente
  • l’adozione di misure di mercato (primo pilastro), ovvero sostegno economico per far fronte a eventi imprevisti come per esempio un improvviso calo della domanda di prodotti o un calo dei prezzi per un eccesso di prodotti sul mercato
  • misure di sviluppo rurale (secondo pilastro), ovvero incentivi nazionali e regionali per rispondere alle esigenze e alle sfide specifiche delle zone rurali

A partire dal 2018, la Commissione europea insieme con le altre istituzioni dell’UE ha avviato un processo di riforma della PAC per renderla più efficace all’evoluzione del settore agricolo e cercare di modellare questo strumento alle nuove necessità di cittadini e operatori e alle nuove sfide globali. La nuova PAC, entrata in vigore il 1 gennaio 2023, sarà opertiva fino al 2027 e prevede una significativa novità: un nuovo approccio strategico consente agli Stati membri di elaborare autonomamente i propri piani strategici basati sulle loro esigenze e in linea con i macro-obiettivi dell’UE. Ciò significa che le misure a livello nazionale sono maggiormente mirate e calibrate sulle specificità locali al fine di rispondere efficacemente alla sfide globali su piccola scala e quindi senza compromettere la complessiva natura “comune” della politica.

Maggiori info: Commissione europa – Agricultura e sviluppo rurale