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Si scrive PNRR si legge futuro 

Si scrive PNRR, si legge futuro, sviluppo, crescita. Perché queste 4 lettere così difficili da pronunciare tutte di un fiato sono l’acronimo di Piano nazionale di Rinascita e ResilienzaItalia Domani. Il programma che vuole costruire l’Italia di domani, e lasciare un futuro diverso alle nuove generazioni, attraverso una serie di investimenti, riforme, che possano attenuare ora e superare poi  le gravi conseguenze economiche e sociali causate dalla crisi pandemica degli ultimi due anni. Un rilancio dell’intero Sistema Paese che dovrebbe svilupparsi  intorno a tre assi strategici digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale.

Il PNRR non può essere considerato un “semplice” piano di investimento, ma come si legge sul sito del Governo,  è “un vero e proprio progetto trasformativo, nel quale gli stanziamenti di risorse sono accompagnati da un corposo pacchetto di riforme necessarie per superare le storiche barriere che hanno frenato lo sviluppo degli investimenti pubblici e privati negli scorsi decenni e le debolezze strutturali che hanno per lungo tempo rallentato la crescita e determinato livelli occupazionali insoddisfacenti, soprattutto per i giovani e le donne”.

All’inizio di questo articolo abbiamo parlato di futuro, sviluppo e crescita, tre parole  che sono ripetute 349 volte nell’ambizioso documento e che fanno parte del dna di Programma Sviluppo, anche per questo abbiamo deciso di dedicare a Italia Domani, una serie di focus per approfondire le opportunità rivolte a giovani, imprese, cittadini, Mezzogiorno, partendo dal fornire  un primo quadro generale del Piano

COS’È PNRR?

Il Piano si inserisce all’interno del programma Next Generation EU (NGEU), il pacchetto da 750 miliardi di euro concordato dall’Unione Europea in risposta alla crisi pandemica, e prevede investimenti pari a 191,5 miliardi di euro. A questi si affiancano ulteriori 30,6 miliardi di euro del Fondo Complementare. I pilastri del Next Generation EU sono: transizione verde; trasformazione digitale; crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, che comprenda coesione economica, occupazione, produttività, competitività, ricerca, sviluppo e innovazione, e un mercato interno ben funzionante con PMI forti; coesione sociale e territoriale; salute e resilienza economica, sociale e istituzionale; politiche per la prossima generazione, l’infanzia e i giovani, come l’istruzione e le competenze.

LE SEI MISSIONI DEL PIANO

Il  Piano si articola in 6 Missioni che rappresentano le aree “tematiche” strutturali di intervento, in linea con le priorità del NGEU, e 16 Componenti. Le componenti affrontano sfide specifiche, e sono composte a loro volta da Investimenti e Riforme. Le 6 Missioni condividono  tre  priorità trasversali Parità di genere, Giovani e Riequilibrio territoriale, che sono perseguite in tutte le Missioni del Piano:

  1. digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo;
  2. rivoluzione verde e transizione ecologica;
  3. infrastrutture per una mobilità sostenibile;
  4. istruzione e ricerca;
  5. inclusione e coesione;
  6. salute.

Missione 1 – Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura

L’obiettivo è promuovere la trasformazione digitale del Paese, sostenere l’innovazione del sistema produttivo, e investire in due settori chiave per l’Italia, turismo e cultura.

Il 100% della popolazione connessa entro il 2026; connessioni veloci per 8,5 milioni di famiglie e imprese; “Scuola connessa” per portare la fibra ottica in ulteriori 9.000 scuole; connettività a 12.000 punti di erogazione del SSN; approccio digitale per il rilancio di turismo e cultura.

Missione 2 – Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica

L’obiettivo è migliorare la sostenibilità del sistema economico e favorire l’economia circolare, lo sviluppo di fonti di energia rinnovabile e un’agricoltura più sostenibile.

Potenziamento riciclo rifiuti; riduzione delle perdite di acqua potabile sulle reti idriche; ogni anno 50.000 edifici privati e pubblici più efficienti; sviluppo della ricerca e del sostegno dell’uso dell’idrogeno nell’industria e nei trasporti.

Missione 3 -Infrastrutture per una Mobilità Sostenibile

L’obiettivo è rendere il sistema infrastrutturale ( strade, ferrovie, porti e aeroporti) più moderno, digitale, sostenibile ed esteso a tutto il Paese.

Modernizzazione e potenziamento delle ferrovie regionali; tempi ridotti sulle tratte ferroviarie: collegamenti Alta Velocità al Sud e prolungamento Alta Velocità al Nord; investimenti sui porti verdi.

Missione 4 – Istruzione e ricerca

L’obiettivo è dare vita a un  il sistema educativo più forte, mettendo al centro i giovani e garantire loro le competenze digitali e tecnico-scientifiche, e rafforzare la ricerca e il trasferimento tecnologico.

228.000 nuovi posti in asili nido per bambini fra 0 e 6 anni; 100.000 classi trasformate in connected learning environments; ristrutturazione di scuole per 2,4 milioni di metri quadrati; cablaggio di 40.000 edifici scolastici; 6.000 nuovi dottorati.

Missione 5 – Inclusione e coesione

L’obiettivo è facilitare la partecipazione al mercato del lavoro, anche attraverso la formazione e rafforzando le politiche attive del lavoro. Favorire l’inclusione sociale, eliminando le disuguaglianze sociali, economiche e territoriali e sostenendo l’empowerment femminile.


Programma nazionale per garantire occupabilità dei lavoratori (GOL);  ‘Fondo Impresa Donna’ a sostegno dell’impresa femminile; più sostegni alle persone vulnerabili, non autosufficienti e con disabilità; investimenti infrastrutturali per le Zone Economiche Speciali.

Missione 6 – Salute

L’obiettivo è rafforzare la capacità di prevenzione del sistema sanitario nazionale per tutti  i cittadini, garantire accesso equo e capillare alle cure, rendere le strutture più moderne, digitali e inclusive, promuovere l’utilizzo di tecnologie innovative nella medicina.

1.288 nuove Case di comunità e 381 ospedali di comunità per l’assistenza di prossimità; Fornire assistenza domiciliare al 10% degli over 65; 602 nuove Centrali Operative Territoriali per l’assistenza remota; Oltre 3.133 nuove grandi attrezzature per diagnosi e cura

COSA PREVEDE?

Il Governo stima che gli investimenti previsti nel Piano avranno un impatto significativo sulle principali variabili macroeconomiche. Nel 2026, l’anno di conclusione del Piano, il PIL sarà di 3,6 punti percentuali più alto rispetto all’andamento tendenziale. Nell’ultimo triennio dell’orizzonte temporale (2024-2026), l’occupazione sarà più alta di 3,2 punti percentuali.