In occasione del suo ultimo Discorso sullo Stato dell’Unione, la Presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, ha elencato le tre grandi sfide che deve affrontare l’Unione Europea: una diffusa carenza di lavoratori, prezzi persistentemente elevati e gli oneri amministrativi affrontati dalle piccole imprese.
Da un lato, ha descritto l’economia come innovativa, resiliente e idonea a raggiungere la neutralità climatica. Ma d’altra parte, ha messo in guardia sui vari ostacoli che minacciano di ostacolare la prosperità del blocco e la sua capacità di resistere ai suoi concorrenti sulla scena globale.
Con una mossa sorprendente, la Presidente von der Leyen ha incaricato Mario Draghi, ex presidente della Banca centrale europea e primo ministro italiano, di redigere un rapporto sul futuro della competitività europea nel contesto della transizione verde.
“L’Europa farà tutto il necessario per mantenere il suo vantaggio competitivo”, ha affermato von der Leyen, facendo eco alla memorabile frase di Draghi al culmine della crisi del debito europeo.
Come in tutti i suoi precedenti discorsi sullo stato dell’Unione, von der Leyen ha parlato a lungo della sua politica di punta – il Green Deal europeo – e della missione a lungo termine del blocco di diventare climaticamente neutrale entro il 2050.
“Quattro anni fa, il Green Deal europeo è stato la nostra risposta alla chiamata della storia. E quest’estate, la più calda mai registrata in Europa, ce lo ha ricordato duramente“, ha affermato.
Von der Leyen ha celebrato i numerosi atti legislativi sul clima approvati con successo dal suo arrivo a Bruxelles e ha elogiato la “diversità biologica unica” dell’Europa composta da migliaia di specie animali, foreste, brughiere e zone umide.
Oltre all’economia e alla crisi climatica, la guerra della Russia all’Ucraina è stato l’altro argomento dominante in tutto il discorso. Ancora una volta, von der Leyen ha promesso di sostenere il sostegno finanziario e militare all’Ucraina “per tutto il tempo necessario”.
In particolare, ha evitato nuove promesse di sanzioni contro il Cremlino o l’uso di beni immobilizzati per finanziare la ricostruzione della nazione devastata dalla guerra. Invece, le sue parole sono servite da introduzione a una riflessione più ampia sull’allargamento e sulla capacità del blocco di accogliere nuovi Stati membri, come Ucraina, Moldavia e Balcani occidentali.
“In un mondo in cui alcuni cercano di eliminare i paesi uno per uno, non possiamo permetterci di lasciare indietro i nostri compagni europei”, ha affermato. “In un mondo in cui le dimensioni e il peso contano, è chiaramente nell’interesse strategico e di sicurezza dell’Europa completare la nostra Unione.”
L’obiettivo finale dovrebbe essere un’unione di 500 milioni di persone che vivano in libertà, democrazia e prosperità, ha aggiunto, ma arrivarci non sarà una “strada facile”.
Von der Leyen si è detta disponibile a riformare i trattati dell’UE, come hanno chiesto alcuni leader, ma il passo non è indispensabile per garantire l’allargamento. In alternativa, la Presidente ha affermato che la Commissione avvierà un processo di revisione per identificare le aree politiche che dovrebbero essere adattate in un’Unione più ampia.
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